Il sodalizio albese ha ripercorso la sua storia e presentato le ultime novità durante l’ultima assemblea dei soci 2016
Cinquantatre soci, 107 lavoratori, un nuovo sito e 34 anni di storia ripercorsa insieme durante l’ultima assemblea dell’anno della cooperativa sociale Alice.
«Perché proprio Alice?». Nessuno dei fondatori è ancora attivo al suo interno per dare una risposta certa – forse una bambina disabile annegata in Tanaro in quegli anni -, ma ai soci storici che ancora vi lavorano è sempre piaciuto pensare piuttosto ad “Alice nel paese delle meraviglie“. L’idea è di un gruppo di operatori dell’istituto Ferrero che avrebbe voluto creare un centro diurno, in realtà mai nato, attraverso la costituzione della cooperativa il 1° aprile 1982. Lo stesso giorno di cinque anni dopo aprirà la comunità di recupero Il tavoleto, è il 1987; cinque anni dopo, ancora lo stesso giorno, il centro diurno Il coccio e tela. Pietre miliari attorno alle quali negli anni si sono sviluppati i molteplici servizi e progetti di Alice, sempre rivolti a chi è più fragile: dipendenze, disabilità, minori, famiglie, accoglienza. La comunità Alice mamme e bimbi a Trezzo Tinella, i centri diurni Rosaspina a Sommariva Bosco e Il principe ranocchio a Canale, Casa Pina ad Alba, i nidi a Ceresole, Castagnito, Alba e l’ultimo aperto da pochi mesi a Vezza, oltre ai molteplici servizi scolastici e di animazione (doposcuola, assistenza autonomie, estate ragazzi, ludobus, colonia marina).
É il direttore Mauro Giacosa a ripercorre alcune tappe: i primi passi nella provincia di Torino, attraverso la comunità per disabili a Sangano, con la voglia però di fare qualcosa sul territorio; le varie cascine sperdute tra le colline e poi le sedi di città, i volti e le immagini del passato, i sogni che si avverano, ma anche le liti furibonde, i cda fino a notte fonda a discutere su come fare per passare dalle idee a una maggiore professionalità. E poi i volontari, un tempo novanta solo per l’area disabilità, e che proprio in questi giorni si sta cercando di reclutare. C’è la storia dell’area amministrativa, radici e tronco «per quell’albero che cresce sempre più ramificato e rigoglioso» e a cui la presidente Tamara Contini e la vice Sara Fassino hanno fatto simbolicamente appendere a ciascun socio e dipendente nuove foglie con spunti e riflessioni. L’equipe lavoro per facilitare gli inserimenti lavorativi degli utenti e le attività di stampo più commerciale, nate con lo stesso obiettivo, come il bar Break al liceo scientifico gestito dai ragazzi de Il coccio e la tela, la Cucina di Pina che sforna zuppe e conserve ormai a ritmo serrato, la falegnameria e bottega di restauro de Il tavoleto.
Trentaquattro anni non facili da riassumere e condensare, che riprendono vita tra aneddoti e scatti fotografici ripescati in vecchi scatoloni proprio per l’occasione. Ci ha provato il Cda disegnando “una linea del tempo” su un grosso cartellone a disposizione dei soci, ma soprattutto rinnovando il sito della cooperativa www.coopalice.net, dove ha cercato di raccontare attraverso esperienze, servizi, percorsi chi è Alice.
«Noi siamo le nostre storie. Siamo il prodotto di tutte le storie che abbiamo ascoltato e vissuto. E delle tante storie che non abbiamo sentito mai..» (Daniel Taylor)
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