La cooperativa sociale Alice gestisce la comunità terapeutica Il Tavoleto che accoglie persone tossicodipendenti di ambo i sessi, maggiorenni, e da alcuni anni anche giocatori patologici. È ubicata tra vigne e boschi della frazione San Rocco Seno D’Elvio a circa 9 km da Alba. È costituita da un grande cascinale ristrutturato del quale un’ala è destinata ai laboratori di falegnameria e restauro mobili antichi. Viene coltivato un piccolo orto e si allevano alcune caprette. La comunità Alice mamme e bimbi accoglie, invece, donne tossicodipendenti con i propri figli. Si trova a Trezzo Tinella, a 12 km da Alba e a breve distanza da Treiso ove ci sono le scuole materne, elementari e medie. Al suo interno si trova un asilo per bambini dai 0 ai 3 anni e un laboratorio di tessitura. La cooperativa propone inoltre il servizio di Reinserimento che si avvale di Casa Pina, ad Alba, per ospitare persone al che hanno terminato il percorso terapeutico, provenienti anche da altre comunità non gestite dalla cooperativa.
Area DIPENDENZE
Lo strumento principale attraverso cui si svolge l’intervento terapeutico dei servizi dell’area dipendenze è il quotidiano. Innanzitutto ci si trova a contatto con le altre persone presenti in comunità, con i propri figli nella struttura mamma-bimbo, si hanno compiti da svolgere, responsabilità a cui attendere, si ha cura del proprio corpo, delle proprie cose, delle relazioni che si costruiscono. Il quotidiano racconta come viene a strutturarsi la propria personalità nella relazione con sé, con i figli, con gli altri.
Proprio per questo l’intervento nelle diverse strutture non tende a “omogeneizzare” pensieri e comportamenti, ma a rispettare le scelte personali, gli interessi (letture, musica, hobby ecc.), il credo religioso e politico.
All’interno di questo è necessario determinare i contenuti dell’intervento, individuando, in concertazione con i servizi invianti, gli obiettivi del singolo utente, ordinandoli secondo le priorità condivise e articolandoli a diversi livelli. Tutto è di fondamentale importanza per il raggiungimento delle finalità terapeutiche delineate con i Ser.T., alla luce di un quadro legato alle dipendenze che appare sempre più in evoluzione e sfaccettato per ciò che concerne le problematiche individuali.
Per la nostra area dipendenze, fattivamente, questo bisogno viene declinato attraverso la strutturazione di percorsi “ad hoc” rispetto a tempi e modalità di intervento, accanto a quello più classico e tradizionale.
In tale quadro si possono inserire percorsi che utilizzano i differenti servizi dell’area dipendenze a seconda della tipologia di disegno progettuale.
Le singole strutture operano sia su un piano educativo, soprattutto con le attività lavorative quotidiane, volto a riconquistare o ad acquisire un bagaglio di abilità sociali da sperimentare più concretamente nella fase di reinserimento, sia su un piano terapeutico, dedicato all’analisi e alla conoscenza di sé attraverso i colloqui individuali e i gruppi.
Inoltre vi è una continuità clinica che attraversa l’area dipendenze, poiché è presente una psicologa psicoterapeuta che ricopre il ruolo di responsabile terapeutica in tutti e tre i servizi.
Questo può avvenire sia in termini economici di co-partecipazione alla spesa in base alle proprie disponibilità, sia alle proprie competenze: “ho un’esperienza e la metto a disposizione della collettività”. Riteniamo che la prossimità possa diventare una soluzione per ottimizzare risorse e qualità della vita tramite nuove forme di scambio e collaborazioni che non si limitano a «tollerare» la diversità ma la valorizzano. Il welfare di prossimità, che già esiste, ha bisogno di essere nutrito. Abbiamo iniziato a promuovere attività di sensibilizzazione rivolte in particolare agli studenti che, a nostro parere, è fondamento per la costruzione di una cultura di prossimità in cui la diversità è integrata nella quotidianità. I ragazzi potranno per “contagio” portare questi valori alle famiglie e alla cittadinanza in generale.
Area DIPENDENZE
Comunità terapeutica
Il Tavoleto
Alba

Descrizione
Agli inizi Il Tavoleto non si chiamava così, ma Cascina Le Rive, era una comunità per il recupero di tossicodipendenti sperduta in Valle Belbo, dove la luce era fornita da lampade a gas e l’acqua era attinta da una sorgente. I ragazzi che ci vivevano allevavano capre e producevano formaggi. Alcuni operatori lavoravano come volontari e nel 1987 la gestione della struttura è passata alla cooperativa sociale Alice. Ci siamo trasferiti ed è nato il Caudrè e, a distanza di soli due anni, un nuovo e definitivo spostamento nella sede attuale: Il Tavoleto, a San Rocco Seno d’Elvio, nelle vicinanze di Alba, prima struttura per il recupero di tossicodipendenti presente sul territorio albese.
La comunità accoglie utenti di ambo i sessi, maggiorenni, per un massimo di 20 ospiti. Possono venire accolte persone sottoposte a forme restrittive o in regime di affidamento in prova ai servizi sociali. Dal momento della sua nascita ad oggi abbiamo assistito ad una grande trasformazione dell’utenza; di conseguenza è stato necessario modulare e rinnovare le proposte del nostro servizio per sintonizzare l’intervento terapeutico-riabilitativo rispetto ai nuovi bisogni.
Percorsi: fasi e moduli
I percorsi terapeutici si articolano in tre fasi, che possono avere una durata diversa, a seconda delle caratteristiche della persona e degli obiettivi concordati:
- Accoglienza, osservazione e valutazione.
- Fase terapeutica.
- Pre-reinserimento e reinserimento.
È possibile inoltre intervenire sui bisogni di specifici target grazie alla attivazione di moduli terapeutici specialistici e altamente individualizzati, che si articolano su una sequenza di fasi ad hoc:
- Modulo per coppie.
- Moduli per giovani consumatori.
- Moduli per giocatori d’azzardo.
- Modulo pre-reinserimento.
Equipe
L’équipe è costituita da operatori che posseggono i requisiti richiesti dalla D.G.R. approvata dalla Regione Piemonte nel 2009 e resa operativa dall’anno seguente. È composta dal coordinatore, da educatori professionali e psicologi, da due referenti per le attività lavorative e dalla responsabile terapeutica dell’area dipendenze. Inoltre collabora con un’arteterapista, con la micro-équipe interna che si occupa di ludopatia ed infine con gli operatori del settore orientamento-lavoro.
Servizi offerti
Area terapeutica-educativa
- Psicoterapia: proposta di trattamento terapeutico rivolta a singoli e coppie. La cadenza delle sedute e gli obiettivi del percorso terapeutico vengono concordati con l’interessato.
- Colloqui individuali con l’operatore di riferimento.
- Terapie di gruppo con l’utilizzo di tecniche espressive (arte terapia).
Area lavorativa
- Attività lavorative diversificate (attività di laboratorio falegnameria restauro legno, manutenzione e ristrutturazione della casa e cura dell’orto). I laboratori lavorativi sono intesi come strumento educativo fondamentale, in cui viene prestata attenzione alla formazione attraverso l’affiancamento quotidiano (tutoring).
- Colloqui individuali e percorsi di gruppo in ambito orientamento e ricerca lavoro.
- Sperimentazioni lavorative esterne in contesti protetti (presso i vari centri della cooperativa, tra cui la mensa all’interno dell’housing sociale Casa Pina) o con la formula del tirocinio formativo presso le aziende del territorio (in rete con il centro per l’impiego di competenza).
Area ludico-ricreativa
- Attività del tempo libero: in comunità vengono periodicamente organizzati laboratori per il tempo libero (teatro, cucina, oggettistica, …) condotti da docenti o da volontari. Sono previste attività ricreative, ludiche, sportive e culturali svolte con regolarità all’esterno della comunità, con la presenza degli operatori. Le persone sono inoltre sostenute con gradualità nella costruzione di una nuova rete di relazioni amicali attraverso la frequentazione di un interesse (palestra, attività di volontariato, corsi, …).
Come/Dove trovarci
Comunità terapeutica “Il Tavoleto”
Frazione San Rocco Seno d’Elvio, 77 – 12051 Alba (Cn)
Accoglienze Comunità terapeutica “Il Tavoleto”
Area DIPENDENZE
Comunità terapeutica
Alice Mamme e Bimbi
Trezzo Tinella

Descrizione
La decisione di aprire una comunità terapeutica residenziale per il recupero e il sostegno alla funzione genitoriale di donne tossicodipendenti in gravidanza, con bambini o in attesa di ricongiungimento con il proprio figlio, è nata dall’incontro di esigenze diverse: l’interesse manifestato da diversi operatori per questa area di disagio, unito all’esperienza maturata dalla cooperativa nel lavoro con adulti tossicodipendenti e con bambini, si è associata all’insufficienza di interventi per donne tossicodipendenti con figli in ambito piemontese. L’unione di questi fattori ha indotto la cooperativa ad acquistare nella primavera del 1998 un cascinale da ristrutturare, a 12 chilometri da Alba, a Trezzo Tinella. A luglio del 2003 è nata così Alice mamme e bimbi. La comunità accoglie donne tossicodipendenti e/o in difficoltà con figli, per un numero massimo di 20 utenti. Gli inserimenti vengono effettuati tramite il Sert di riferimento della mamma, in collaborazione con il servizio tutela per i minori del territorio di provenienza e, laddove sussista un provvedimento, con il Tribunale dei minori che si occupa del caso.
Percorso
Il percorso tradizionale in comunità si articola in fasi diverse: l’accoglienza, la progettazione (da uno a due mesi), la permanenza (da dodici a quindici mesi), il reinserimento e la conclusione. Nella prima fase del periodo di permanenza, che dura circa un anno, l’energia e l’attenzione vengono quasi esclusivamente concentrate su ciò che succede all’interno della comunità. Nella seconda fase del periodo di permanenza, quando l’utente dimostra di essere ben radicato nella realtà comunitaria, inizia a progettare con gli operatori e a mettere in atto uscite non accompagnate, orientate al reinserimento. La fase del reinserimento risulta importante per costruire condizioni di maggiore stabilità nella coppia mamma-bimbo. In questo periodo la comunità riveste un ruolo di supporto, rappresenta uno spazio protetto in cui riprendere e ridefinire il progetto avviato in collaborazione con Ser.t e Servizi sociali.
Metodo
La permanenza in comunità, così come i percorsi semiresidenziali e sperimentali, è intesa come setting terapeutico, non ci sono quindi momenti, funzioni o attività più importanti di altre: ogni azione nella sua specificità contiene una valenza terapeutica e in questo modo è utilizzata dall’equipe. Lo strumento attraverso cui si svolge l’intervento terapeutico è il quotidiano che, in un contesto in cui la genitorialità assume una presenza così concreta, risulta carico di significati. Infatti si vive con i propri figli, dei quali bisogna prendersi cura; si convive con le altre ospiti della comunità, si hanno compiti da svolgere, responsabilità a cui attendere, ci si prende cura di sé. Inoltre all’interno della comunità è possibile sperimentarsi in una attività lavorativa grazie al laboratorio di tessitura, che permette di imparare a conciliare la complessa gestione di figli, lavoro e casa. A fianco delle attività lavorative, di gestione della casa e del tempo libero, vi sono strumenti che nello specifico si dedicano all’analisi e alla conoscenza di sé quali i gruppi terapeutici dedicati alla lettura della propria storia personale, alla genitorialità, alle problematiche legate all’uso di sostanze, alle dinamiche interne alla vita comunitaria e lo psicodramma. Inoltre le ospiti possono avvalersi di colloqui individuali con il proprio operatore di riferimento
Bambini
La comunità usufruisce di un asilo interno per i bambini dai 0 ai 3 anni. Si tratta di una casetta adiacente alla struttura dove i piccoli trascorrono le mattine e i pomeriggi, mentre le loro madri sono occupate nei gruppi o nelle attività lavorative. Gli operatori dei bambini si avvicendano nei turni dell’asilo, supportati dai volontari; inoltre ogni mamma ciclicamente affianca gli operatori dell’asilo nella gestione e programmazione delle attività ludico-educative che si svolgono al suo interno. Gli operatori della comunità si avvalgono inoltre di un progetto educativo della struttura che ha l’obiettivo di rendere esplicite le finalità del lavoro con i bambini e di una supervisone ad hoc, svolta dalla neuropsichiatria infantile.
Èquipe
L’equipe è composta da personale specializzato e diversamente formato. Attualmente, oltre alla responsabile, ne fanno parte 5 operatori professionali (educatori professionali, psicologi, assistenti sociali), due Oss e/o Assistente all’infanzia che operano all’interno dell’asilo interno, due tecnici per le attività occupazionali (ed. professionale), un operatore per il reinserimento (ed.professionale), un consulente supervisore, un neuropsichiatra infantile, uno psicologo psicoterapeuta e un psicodrammatista. Un grosso supporto è fornito dal gruppo di volontari opportunamente formati.
Come/Dove trovarci
Comunità di supporto alla funzione genitoriale Alice mamme e bimbi
Area DIPENDENZE
Housing Sociale
Casa Pina
Alba

Descrizione
Gli alloggi di reinserimento per soggetti con diagnosi da dipendenza da sostanze psicoattive e/o comportamenti additivi si trovano all’interno dell’housing sociale Casa Pina, così denominata in omaggio alla signora che ha deciso di donarla alla cooperativa Alice. La struttura accoglie anche altri singoli o nuclei che necessitano di un accompagnamento sociale (ricerca lavoro, ricerca casa, ricollocazione sociale, ecc.) e che sono inviati dai servizi del territorio.
Il progetto di housing sociale è improntato verso l’accompagnamento all’autonomia. La struttura è situata nella prima periferia di Alba (località Mussotto).
Gli alloggi di reinserimento accolgono utenti (uomini e donne) con diagnosi da dipendenza e anche mamme con i loro figli, con la medesima situazione clinica. Per ogni ospite si richiede che abbia terminato positivamente un percorso terapeutico comunitario o territoriale, in modo da poter costruire insieme un percorso di reinserimento sociale. Il percorso ha una durata indicativa di 6/8 mesi.
Risorse umane
L’équipe
Vi è un’équipe multidisciplinare supervisionata da uno psicoterapeuta.
Portierato sociale
All’interno della casa è presente un presidio di portierato sociale. Questo nucleo famigliare ha l’obiettivo di monitorare e se necessario intervenire su alcuni aspetti: frequentazioni della casa, rispetto del regolamento di condominio, relazioni sia all’interno degli alloggi che tra i diversi condomini, oltre ad offrire uno spazio di ascolto e di confronto al bisogno e creare sinergie reciproche con gli ospiti per la gestione di aspetti quotidiani (gestione e assistenza bambini, accompagnamenti, ecc.) La presenza di una famiglia residente offre inoltre il valore aggiunto della testimonianza che il vivere è una fatica di tutti e ciò nonostante esistono modelli positivi di sostenibilità e crescita collettiva.
I volontari
Il ruolo del volontariato assume un’importanza rilevante al fine di favorire maggiormente la costruzione e il consolidamento della rete sul territorio. Le attività dei volontari coadiuvano le azioni dell’équipe sostenendo ulteriormente il raggiungimento dell’integrazione sociale e l’autonomia degli ospiti.
Per approfondire
Per ulteriori informazioni su Casa Pina