L’Area Dipendenza della Coop. Alice gestisce diverse strutture d’intervento residenziale:
- La comunità terapeutica Il Tavoleto, che accoglie persone tossicodipendenti e giocatori patologici.
- La comunità Alice mamme e bimbi, che accoglie donne tossicodipendenti con i propri figli.
- Il servizio di reinserimento, presso il Social Housing Casa Pina,per ospitare quelle persone che hanno terminato il percorso terapeutico ed hanno bisogno di un ulteriore percorso di sostegno.
Lo strumento principale attraverso cui si svolge l’intervento terapeutico è il quotidiano. Innanzitutto ci si trova a contatto con le altre persone presenti in comunità, con i propri figli nella struttura mamma-bimbo, si hanno compiti da svolgere, responsabilità a cui attendere, si ha cura del proprio corpo, delle proprie cose, delle relazioni che si costruiscono. Il quotidiano racconta come viene a strutturarsi la propria personalità nella relazione con sé, con i figli, con gli altri.
Proprio per questo, l’intervento nelle diverse strutture non tende a “omogeneizzare” pensieri e comportamenti, ma a rispettare le scelte personali, gli interessi (letture, musica, hobby ecc.), il credo religioso e politico.
All’interno della cornice del quotidiano si delineano i contenuti dell’intervento, individuando, in concertazione con i servizi invianti, gli obiettivi specifici di ogni singolo utente, ordinandoli secondo le priorità condivise e articolandoli a diversi livelli. Tutto ciò è di fondamentale importanza per il raggiungimento delle finalità terapeutiche delineate con i SerD, alla luce di un quadro legato alle dipendenze, che appare sempre più in evoluzione e sfaccettato per ciò che concerne le problematiche individuali.
Per l’Area Dipendenze, fattivamente, questo bisogno viene declinato attraverso la strutturazione di percorsi ad hoc rispetto a tempi e modalità di intervento e rispetto all’utilizzo della filiera di servizi offerti.
Le singole strutture operano sia su un piano educativo, soprattutto con le attività lavorative quotidiane, volto a riconquistare o ad acquisire un bagaglio di abilità sociali da sperimentare più concretamente nella fase di reinserimento, sia su un piano terapeutico, dedicato all’analisi e alla conoscenza di sé attraverso i colloqui individuali e di gruppi.
Inoltre vi è una continuità clinica garantita dalla presenza di una psicologa psicoterapeuta, che ricopre il ruolo di responsabile terapeutica in tutti e tre i servizi.
Dunque, tra i fondamenti della nostra metodologia vi è l’adozione di una progettualità ampia sulla persona che sappia far emergere le appartenenze relazionali e sociali, affinché la persona possa riconoscersi e differenziarsi recuperando le risorse che la sostengano nello sviluppo di quell’abbozzo di sé che, nella maggior parte dei casi, non ha trovato un contesto relazionale affettivamente capace e protettivo. È nelle esperienze, innanzitutto relazionali, quotidiane e complesse della comunità, delle comunità, che avviene quel lavoro, lento, paziente, talvolta esplosivo, di rielaborazione di fasi di vita critiche, molto spesso traumatiche, attraverso setting sia individuali che di gruppo.