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“Diritti, non privilegi” – Assemblea a Torino venerdì 12 ottobre ore 15,30

Categoria: News

DIRITTI, NON PRIVILEGI

Assemblea 12 ottobre Torino

Ore 15,30 Salone della Pace – Sermig Arsenale della Pace

Piazza Borgo Dora 61

IL DECRETO IMMIGRAZIONE E IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO:
(QUATTRO MOTIVI PER DIRE CHE L’ASSASSINO NON E’ IL MAGGIORDOMO)

Fine dello Sprar, maxi-ghetti per l’accoglienza, nessuna protezione umanitaria, revoca
della cittadinanza in caso di reato: sono le ragioni per cui mobilitarsi contro il decreto Salvini.
Che addossa la colpa del dissesto italiano sulle spalle del più facile degli indiziati: l’immigrato.

Dunque, l’assassino è il maggiordomo: è la soluzione più classica, la più immediata. All’origine di tutto il nostro malessere, dice il Decreto Migranti approvato il 24 settembre dal “Governo del Cambiamento”, è il re degli indiziati di ogni giallo. E se è stato il maggiordomo, il più facile dei colpevoli, l’immagine di tutti noi è salva. Il problema dell’Europa, dell’Italia, e delle nostre città sono gli immigrati.

Che un omicidio ci sia stato, è cosa certa. E’ un cadavere sotto gli occhi di tutti: lo Stato italiano non ha i soldi per aumentare i servizi alla collettività (agli italiani) e i sostegni alle fasce deboli. Ma ci siamo un po’ tutti noi dietro questo omicidio. Non solo i politici che usano soldi pubblici a loro favore, o gli sportivi e i miliardari che prendono la residenza all’estero. Ci siamo anche noi che non facciamo lo scontrino e le fatture, o che dichiariamo redditi bassissimi. Noi che, quando andiamo ad un buffet, – ed è la metafora di anni di politiche coloniali – ci riempiamo il piatto all’inverosimile senza preoccuparci di chi viene dopo. Ci sono le impronte digitali di tutti noi sul corpo dell’ucciso, e le nostre mani su questo Stato che fa acqua perché pieno di buchi.

Ma l’evidenza fa male. Inquieta, mette ansia. Come un riflesso condizionato, spinge alla ricerca del capro espiatorio. Servono parole d’ordine chiare. Cose come: Prima gli italiani lo slogan perfetto per risolvere il problema con urgenza, per decreto, e scaricare su qualcun altro il senso di colpa. Le persone indicate dalla propaganda di Stato come esecutori materiali del nostro assassinio collettivo muoiano pure in mare, o per tortura nei luoghi da cui dovrebbero partire. Il pensiero “binario” che sta al fondo di questa operazione di propaganda è semplice, rozzo, efficace, seducente: se non arrivano più profughi, l’Italia funzionerà meglio.

Ma il pensiero binario – che affetta la realtà in bianco e nero – non è mai efficace. Ciò che accadrà davvero, lo sappiamo già, è altro: i clandestini continueranno in qualche modo ad arrivare, arricchendo le organizzazioni criminali; i centri di accoglienza virtuosi chiuderanno e licenzieranno dipendenti; i fondi europei per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati non potranno essere più usati; la criminalità organizzata avrà sempre più manodopera a disposizione.

Il decreto messo a punto dal “Governo del cambiamento” non fa che addossare nuove prove al solito maggiordomo. Il vero cambiamento sarebbe stato guardare in faccia l’assassino, riconoscerlo nelle nostre stesse facce, e fare un passo avanti. Il “cambiamento” non può essere impedire alle persone che scappano da guerre e fame di salvarsi, ma dare loro la chance di avere un posto nel mondo, una vita dignitosa. Quella dignità che stiamo perdendo anche noi.

In sintesi, noi riteniamo che questo Decreto generi incertezza e insicurezza:

  • perchè chiude l’esperienza del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). Un modello che ha generato integrazione con un’accoglienza decentrata rivolta anche ai richiedenti asilo. Nelle città dove è stato attivato, lo Sprar ha saputo creare rapporti virtuosi tra enti pubblici, realtà dell’accoglienza, economia del territorio e società civile. Ha favorito l’inserimento di tante persone, impiegando con trasparenza le risorse a disposizione. E, com’è ampiamente dimostrato, ha generato benessere nei territori coinvolti: case affittate, nuovo lavoro, nuovi servizi di supporto per la ricerca di abitazioni e lavoro dando slancio economico e sociale ai territori coinvolti. Il tutto con ricadute benefiche non solo per richiedenti asilo e rifugiati ma per tutti i cittadini in difficoltà;

  • perchè favorisce il mantenimento dei grandi centri per richiedenti asilo – spesso fuori dai centri abitati – dove i servizi offerti si limitano a vitto e alloggio. Queste grandi strutture di accoglienze hanno visto prosperare negli ultimi anni rapporti viziosi tra mafie e certe cooperative dell’accoglienze. Come hanno dimostrato le due sentenze di Mafia Capitale, questo modello ha sfruttato la disperazione delle persone per creare enormi profitti a favore di pochi privati, non certo della collettività.

  • perché cancella la protezione umanitaria e quindi la possibilità per chi – entrato come richiedente asilo – dopo un percorso di inserimento sociale e lavorativo può ottenere un permesso di soggiorno. L’abolizione della protezione umanitaria farà aumentare di molto il numero delle persone irregolari. Malgrado quanto sostenuto dal Governo, rimpatriare queste persone sarà infatti tutto fuorché facile e conveniente. E’ dunque probabile che un così alto numero di persone – abbandonate a se stesse e fuori da ogni percorso di inserimento – possa essere facile preda della criminalità organizzata, bacino di sfruttamento lavorativo e, in ultima analisi, fattore di insicurezza sociale.

  • perché trasforma la cittadinanza in un regalo che ci si può riprendere. Chi commette reati deve certamente pagare il giusto prezzo alla Giustizia, ma a prescindere dal Paese di nascita. Altrimenti la cosa si traduce in un ricatto per chi è non è “nato” italiano e non lo è diventato mai fino in fondo.

Per questi motivi invitiamo tutte le persone che non si riconoscono in questa visione di “cambiamento” a manifestare il proprio dissenso, a protestare contro la ricerca di un capro espiatorio utile solamente a nascondere il vero problema di questo Paese: l’evasione fiscale e l’economia illecita, che arricchisce i pochi a discapito dei molti, i penultimi sempre più impoveriti e in guerra contro gli ultimi.

Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri miei stranieri.

Don Lorenzo Milani

I promotori

Coordinamento Non Solo Asilo

Rete di Senzasilo

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Ecco un link dove trovare la lettera al Presidente della Repubblica Mattarella

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Ufficio stampa
Mail: comunicazione@coopalice.net

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